GLI ORRORI DEL COMUNISMO

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SidCurvaNord
00venerdì 21 novembre 2008 15:25
Che gli orrori del comunismo siano in Italia un tabù, è noto. Ne ha riparlato anche Ernesto Galli della Loggia su "Sette" a proposito del convegno dell’Istituto Sturzo sulla strage perpetrata in Ucraina fra 1932 e 1933: .

In due anni fecero da 7 a 10 milioni di vittime (i granai erano pieni, ma il regime fece morire di fame milioni di contadini ritenendoli nemici). Ora per la prima volta , denuncia Galli, arriva finalmente anche in Italia il fondamentale libro di Conquest su questa tragedia, "Raccolto di dolore" (ed Liberal). Dopo 18 anni.

Riemerge la tragedia anche nella memoria del mondo. Il governo di Kiev ha chiesto all’Onu e al Parlamento europeo di riconoscere a questo crimine la qualifica di . L’Istituto Sturzo ha fatto la stessa richiesta al Parlamento italiano e adesso su iniziativa del presidente Pera il caso approderà in Commissione esteri.

Che ne sarà? Penso che i crimini comunisti resteranno un tema tabù. Basti dire che ancora l’8 dicembre scorso, Paolo Mieli nella sua rubrica sul Corriere della sera segnalò un’incredibile .

Si riferiva all’ di Giovanni Paolo II . Mieli spiegava: ha osservato l’ex direttore del Corriere .

Sui giornali ci si è inventati un Papa "pacifista" e perfino "noglobal", facendo titoloni a sproposito. Ma sul Papa, questo sì autentico, che punta il dito contro gli orrori del comunismo che lui stesso ha contribuito in modo determinante ad abbattere, grava una silente censura mediatica. In quell’articolo fra l’altro Mieli – ricordando il recente viaggio di Fini in Israele - citava Ciriaco De Mita: .

Viene da chiedersi come De Mita e gli ex diccì possano continuare ad allearsi e a voler governare l’Italia con chi continua a dirsi comunista e con chi si denomina diessino, ma non ha mai realmente rotto col passato del Pci. Questo è l’incredibile caso italiano.

Galli Della Loggia, in un altro intervento, l’ha definito , dove la persistenza intellettuale e politica del vecchio Pci, sotto varie forme, . E ciò fa in modo che il comunismo continui a rappresentare .

Anche Riccardo De Benedetti nel suo bel libro "La fenice di Marx" si chiede: perché, in Italia, .

Non si trova nessuno che si vergogni. Secondo Galli i vari "strappi" operati dalla leadership del Pci, mai e .

Galli ovviamente non ha avuto risposte. Salvo quella, stupefacente, di Furio Colombo sull’Unità del 14 dicembre intitolata "I Gulag e i fratelli Cervi". In cui fra l’altro l’autore è incorso in un terribile lapsus: infatti dopo aver condannato per l’ennesima volta Berlusconi perché un giorno, in un botta e risposta con un giornalista, avrebbe mostrato di non conoscere la data di morte del papà dei fratelli Cervi (che per Colombo pare sia indice di qualcosa di terribile), sbaglia lui stesso, Furio Colombo, la data di morte dei fratelli Cervi, anticipandola addirittura di venti anni, al 1923, mentre è del 1943 (sarà "uno spiacevole refuso", ma dice il saggio: medico cura te stesso).

Per gran parte della Sinistra pare che nulla abbiano a che fare il Pci e i comunisti italiani con gli orrori del comunismo. Anche il recente libro di Giampaolo Pansa – che pure ha come tragico scenario le regioni italiane - non ha suscitato riflessioni e revisioni dolorose. Ancora oggi siamo in questa palude. Eppure, una vera Sinistra riformista non potrà nascere senza strappi veri, anche fatti di gesti simbolici.

Come quello suggerito sul Corriere della sera del 22 dicembre da Gabriele Nissim, specialista di storia e cultura ebraica. Essendo caduto nel vuoto vorrei provare a rilanciarlo a Fassino e D’Alema. Nissim invitava a non lasciare soli certi storici russi nella . Scriveva: .

Sarebbe il segno che . Tanto più dovrebbero sentire questo , aggiungeva Nissim, affermava Nissim . Perché .

Vorranno rispondere Fassino e D’Alema a questo invito? Piccolo post scriptum. Gabriele Nissim è autore di uno splendido saggio intitolato "Il grande equivoco del comunismo nel mondo ebraico dopo Auschwitz". Quel saggio sta nell’importante volume "La cultura ebraica", pubblicato nel 2000 dalla Einaudi. Il caso volle che sulla copertina fossero riportati tutti i nomi (nove) degli autori dei vari saggi, eccetto quello di Nissim. E’ solo un piccolo incidente editoriale, ovviamente, ma fa pensare. Quel saggio cominciava ponendo sullo stesso piano nazismo e comunismo.
Friul Libar
00venerdì 21 novembre 2008 16:13

Hai fatto il copia/incolla con le forbici e la pritt?
Mancano pezzi, non si capisce un caSSo.
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