Re:
Scritto da: ippo72 21/11/2006 17.02
Mi viene in mente un calciatore che ha un cognome che è tutto un programma (Vincenzo ITALIANO) che invece è nato in Germania. In quanto a Claudio GENTILE, notoriamente nato in Libia, di che zona dell'Italia è originario? E come mai è nato in Libia?
In tal proposito ho trovato su Internet un articolo-intervista del 2004 sul "Gentile libico" che vi incollo qui sotto:
"Claudio Gentile: “Torno a casa, in Libia”
L'Indipendente
22 ottobre 2004
Francesco Pacifico
In campo era “Gheddafi”. Vuoi per la carnagione olivastra, vuoi perché è nato a Tripoli il 27 settembre del 1953. Claudio Gentile – attuale commissario tecnico della nazionale di calcio under 21 – ha vissuto in Libia fino al 1961. “Mio padre già allora aveva capito cosa stesse per accadere. Non ebbe grandi problemi, ma tanti piccoli segnali lo spinsero a tornare in Italia”. Forse i controlli sempre più stringenti verso gli eredi della conquista della Cirenaica e della Tripolitania. “Era chiara la volontà dei libici di avere il Paese tutto per loro. Neppure dieci anni dopo ci sono stati il colpo di Stato e l'espulsione”. Il primo settembre del 1969, quando il Colonnello prese il potere, e il 15 ottobre del 1970, quando l'ultimo italiano lasciò la Libia, Gentile era già nelle giovanili del Como. E poi via verso Varese, Torino (Juve), Firenze e Piacenza. Ora è tornato sul lago di Como, e chissà che un giorno non riparta per fare ritorno a casa. ”Sì, sto pensando di vivere in Libia”.
Cosa ricorda dl quegli anni?
Ho fatto lì fino alla terza elementare. Mi ricordo che studiavamo l'arabo un'ora al giorno, lo prevedeva la legge. E giocavo a pallone pomeriggi interi all'oratorio della chiesa di Sant'Antonio. Ora al suo posto c'è una moschea.
I suoi compagni alla Juve la chiamavano “Gheddafi”.
E non mi ha mai dato fastidio. Quel soprannome me lo diede un giornalista di Tuttosport. Mi ricordo che quando Gheddafi entrò nella Fiat, tutti dicevano che ero diventato socio dell'Avvocato.
Eppure, quando vinse il Mondiale nel 1982, disse: “Da libico per me è una doppia soddisfazione”.
Ci fu un malinteso. Quando giocavo a calcio, qualcuno mi considerava uno straniero Dissi solo che la più grande soddisfazione era. che da allora tutti avrebbero saputo che ero italiano.
Come erano finiti i Gentile al dl là del Canale di Sicilia?
Mio padre, che era giovanissimo, era arrivato nel 1928. Aveva lasciato l'Italia con i suoi familiari per trovare lavoro. E fino alla nostra partenza faceva il tipografo. Mia madre in Africa c'è nata nel 1932. Laggiù si stava benissimo. La Libia è stupenda: il clima è perfetto, è a un'ora di aereo da Roma. Thpoli era chiamata la “Parigi del Mediterraneo”, c'erano inglesi, americani e la bella vita tipica delle metropoli.
Quando il 21 luglio del 1970 Muammar Gheddafi annunciò la confisca del beni deglI Italiani, lei era già a Como. Forse è per questo che ha ricordi così dolcI?
Scherza? Da allora io e i miei fratelli non siamo più potuti tornare. Lo vieta una legge fatta da Gheddafi per gli italiani nati in Libia. E poi me li ricordo i giorni drammatici che hanno vissuto i miei zii nel ‘70. Hanno perso tutto quello che avevano costruito in 30 anni di lavoro. Hanno lasciato aziende, proprietà, soldi. Sono tornati solo con le valigie. E basta.
Nonostante l'esilio lei a Tripoli, prima che i bambini iniziassero a indossare le maglie di Toti o Del Piero, era già un mito.
Sì, la gente sa che sono nato lì e che sono Stato un giocatore, conousce quello che ho vinto. E' una bella soddisfazione.
Tra i suoi tifosi c'è Saadi Gheddafi, il figlio del Colonnello.
L'ho conosciuto 3 anni fa. Ha una grande passione per il calcio e abbiamo discusso un po': sapeva dove ero nato e la mia storia di calciatore. Di politica non abbiamo parlato, però qualche anno dopo mi ha chiamato per offrirmi di allenare la nazionale libica. Ma allora ero un tecnico alle prime armi per affrontare un impegno così importante.
Adesso può tornare in Libia.
E io e i miei genitori abbiamo accolto con grande entusiasmo la decisione. Li voglio portare presto nei posti dove hanno vissuto. Non meravigliatevi se molti esuli decideranno di tornare. Tutti hanno la nostalgia.
Anche lei?
Sì, sto pensando di trasferirmi lì. Mi piace come si vive, il clima, perchè è davvero un bel Paese. Voglio vedere tante cose, recuperare tutti i miei ricordi.
Dopo 43 anni non ha paura di restare deluso?
SIcuramente sarà diverso. Ma la bellezza non si può distruggere. Penso a Misurata, Bengasi, Tobruk,cittadine storiche con tanti monumenti romani. E all'armonia delle coste.
Nelle sue parole non c'è un briciolo di risentimento,
Non ho vissuto il colpo di Stato e non provo assolutamente niente contro Gheddafi. Certo si potrebbero tirare fuori tanti rancori oppure ricordare che delle nostre vicende non si è mai parlato. Ma adesso la Libia apre le frontiere e tanti italiani potranno tornare. Basta questo."
Altro giocatore italiano nato in Libia fu l'ex giocatore di Atalanta e Napoli Roberto Bordin.