Salvador Dalì, "Diario di un genio"

madonna.
sto leggendo sto libro e sto CREPANDO, ma davvero.
sparatevi questo (è tratto da una recensione, non dal libro in sé, ma vi fa capire abbastanza bene):

dopo il 1933 la figura di Hitler lo ossessionò sempre più, anche sessualmente. “Proclamo lo sguardo e le spalle molli di Hitler dotate di un lirismo poetico irresistibile” scriverà. E si confesserà “affascinato dai fianchi bianchi e grassocci di Hitler… la più che divina carne di una donna di pelle bianchissima”. Il Fuehrer gli appariva infatti, nei suoi deliri erotici, come una donna. Il dittatore era per Dalì il “gran paranoico commestibile”, masochista al punto di scatenare una guerra colossale per il puro piacere di perderla e distruggersi nella catastrofe. Questi insoliti apprezzamenti sul capo del nazismo e sulla swastika – simbolo che eccitava Dalì evocando in lui l’immagine del coito – gli costarono l’amicizia dei colleghi surrealisti e di Pablo Picasso, tutti schierati – sebbene con sfumature che spaziavano dall’anarchia, allo stalinismo, al trovskismo – sul fronte antifascista. “Picasso es comunista, yo tampoco” dichiarerà Dalì qualche anno più tardi.

magari più tardi riporto qualche frase del libro, sempre sulla faccenda di hitler, non ce la faccio davvero più. leggete questo libro, punto.

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E
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Grazie

P.s. ho paura solo ad immaginare la reazione di Ingui quando leggerà tutto questo

[Modificato da Wayne - Fazione Zeta 08/07/2006 16.36]

wayne, vedrai. vedrai.

Ner frattempo, Hitler hitlerizzava e un giorno dipinsi una sferruzzante balia nazista, inavvertitamente seduta in una grande pozzanghera. Per l'insistenza di alcuni dei miei più intimi amici, dovetti cancellare il bracciale con la svastica. Mai avrei sospettato l'emozione che la croce uncinata doveva scatenare. Ne fui ossessionato al punto da concentrare il mio delirio sull personalità di Hitler che mi appariva sempre in vesti femminili. Ero afffascinato dalla schiena tenera e grassoccia di Hitler, sempre così ben fasciata dall'uniforme. Ogni volta che cominciavo a dipingere la cinghia di cuoio che, partendo dalla cintura, passava sulla spalla opposta, la mollezza di quella carne hitleriana compressa sotto la divisa militare siscitava in me uno stato d'estasi gustativo, lattiginoso, nutritivo e wagneriano che mi faceva battere i cuore, emozione molto rara che non porvavo nemmeno facendo l'amore. La carne paffuta di Hitler, che immaginavo come la più divina carne di una donna dalla pelle bianchissima, mi affascinava. Il delirio super-nutritivo, l'estasi mistica e carnale si impadronivano di me quando cercavo di rendere sulla tela l'impronta di questa docile bretella di cuoio sulla carne di Hitler


Min3rv@, deceduta il 7 luglio 2006 alle ore 17.16

mamma mia. tr l'altro questo si scopava Amanda(o) Liar.

.

E tra l'altro ogni dubbio su Amanda Lear può dirsi dissipato.
"Salvador Dalì - Una Vita tra Adolf Hitler e Amanda Lear"

piscia!(cit.)

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Scritto da: ingui 08/07/2006 18.37
piscia!(cit.)

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?

niente, pare che il nostro simpaticone amasse farsi urinare in faccia, insieme a qualche calcio ben piazzato. ma son voci.

una delle sane passioni di Ad'

beh dai.

Ma sì, tutto nella norma.

mai parlarne con le ragazze in ogni caso.

Dovevi provare per scoprirlo?

metti che ci stava.

Eh, era una a posto allora.
"Il Fuhrer durante i rapporti mi chiede cose disgustose" (cit.)

[Modificato da Wayne - Fazione Zeta 08/07/2006 19.15]

sfondo le mutande.

Repubblicano Italiano Partito (cit.)

MMMHMMMMHMMMM!

la bestemmia è il miglior ornamento della lingua catalana.

costui sparava certi bestemmioni che mi sa che qualsiasi croceffisso si sarebbe sciolto in acido solforico.

Per caso, Amanda Lear era solita sbattere le port... no niente

amanda lear è quella che cantava maracaibo? mm

MMMHMMMMMHMMMMMMMMMH :D

Lo sto leggendo ora. Premesso che adoro la pittura Dalì, in alcuni frangenti se la canta e se la suona da solo. Eccessivamente egocentrico mi ricorda, con le dovute proporzioni, il Berlusca. Ma probabilmente era parte del personaggio e comunque molto di quello che dice fa riflettere (e quando non fa riflettere fa ghignare). Un genio sì.